“L’8 Agosto la prima chiacchierata sul nuovo disco, mentre ora parliamo delle sue chitarre e dei videoclip che ha realizzato per realizzare questo bel disco: è un fiume in piena, ma non ti sommerge caoticamente di parole! Lucido, chiaro e con la barra sempre tenuta saldamente: la sua nave è pronta ad affrontare tutte le difficoltà di questa fase artistica. O come dicevano i poeti, la sua barca è pronta a vincere il mare procelloso…
Nella prima intervista ci hai parlato dell’aspetto lirico e ludico di Moonatica: vogliamo passare ad analizzare il disco più a fondo sul fronte tecnico? Parlaci ad esempio delle diverse chitarre che hai usato e del periodo in cui hai composto i vari brani .. Le chitarre con cui ho registrato non sono molte. Per le acustiche ho usato una Martin D28, una Maton 808 Nashville e una Guild di cui non ricordo il modello perché era nello studio di Vicenza, il Basement. Per le elettriche l’80% delle chitarre è una Strat di Roberto Fontanot, poi a seguire una Gibson Les Paul ed una Schecter S-1 modificata per l’assolo di Stanza 202. Il periodo in cui ho scritto il disco invece è parecchio esteso. Un brano risale addirittura al 2013, anche se poi nella versione attuale l’arrangiamento è stato stravolto, la melodia è rimasta intatta, si tratta di Normalità/Come back to me. Questa canzone però è entrata per ultima nella tracklist. Tutto il disco è partito da Parafulmine/Ghost, scritta nel 2016 e registrata nel 2018.
Hai prodotto ben 4 videoclip. Qualche aneddoto su ognuno di loro? Partiamo da Non andar via .. Io amo fare videoclip. Ne farei uno per ogni canzone. Le immagini sono un veicolo fondamentale per l’immaginario, per spiegare o intrigare ancora di più chi ascolta. Aneddoti ce ne sono a decine, ma volendo estrapolarne uno per video…Non Andar Via è stato girato per lo più alla Manifattura Tabacchi di Firenze in una parte che non esiste più e lo sapevamo mentre giravamo. Le arcate che vediamo sono state completamente ristrutturate e cambiate di aspetto e destinazione.
…e poi c’è Parafulmine .. E ricordati di dirmi anche se è vero che ai videoclip collabori anche tu tecnicamente … Parafulmine è stato parecchio divertente nonostante il video sia molto statico e nervoso, perché nessuno dei protagonisti è davvero un attore, ad eccezione del solo Antonio Ancarola. Il numero delle “take” non è stato però così numeroso come ci si potrebbe aspettare da dei non professionisti. Davvero bravi tutti. Per il fatto di collaborare tecnicamente ai video, eh direi proprio di sì. I video nel bene o nel male me li scrivo sia soggetto che sceneggiatura, esattamente come scrivo le canzoni. Collaboro assiduamente con Lorenzo Bartolini che ha fatto le riprese di tutti quanti ad eccezione di My black is back (by Giacomo Castellano dal primo disco) e l’ultimo arrivato Strega. Inoltre divide con me quasi sempre la regia ed il montaggio con percentuali di interazione che si alternano a seconda del bisogno. La nostra collaborazione ha pure un nome: la BaronSamedi Production.
Assai divertente è anche Shock the Monkey .. Per questo remake ho pensato di girare con la band completamente bendata con le mascherine che si usano per dormire in aereo. Una condizione questa di precario equilibrio e ambientamento che ha vincolato e veicolato il nostro atteggiamento. Il video è stato molto apprezzato. Le idee semplici a volte hanno effetti insperati. E poi c’è Strega che è il quarto ed ultimo uscito, forse il mio brano preferito di tutto il disco. Sei mesi per scriverlo e 7 giorni per realizzarlo.
Scommetto che stai componendo canzoni del tutto inedite: ma sei già propenso a pubblicare un nuovo disco? Se devo essere sincero, sto solo scrivendo uno storyboard per il prossimo video.”